LA RIVISTA E GLI AUTORI

La Biblioteca di Morel è un luogo di transizione, uno spostamento obliquo che trasforma il pensiero in scrittura e la parola in immagine, l'immagine nello spazio di una domanda che attraversa il reale facendone il doppio speculare di uno sguardo che interroga il proprio punto di origine.
 La Biblioteca di Morel nasce nell'intersezione invisibile ma essenziale che la filosofia intrattiene con un concetto arditamente plurale di arte. Là dove la speculazione incontra la letteratura, lì nasce qualcosa che forse non ha nome ma che trova la propria identità in un pensiero che non s'arresta al concetto, ma si trasforma in opera, in una forma che dà vita e senso all'interpretare secondo una precisa strutturazione di prospettive e logiche intestine ai problemi stessi che l'idea di filosofia oggi si porta dietro. L'immagine, oggi sempre più assediante, è in questo contesto uno dei temi e dei problemi che con maggior urgenza abitano il territorio della riflessione, mettendone in causa radicalmente i quadri concettuali ereditati dalla tradizione.
 La Biblioteca di Morel è lo spazio di un dialogo a più voci tra ciò che il passato ci consegna quale apporto di una storia che continua attraverso la memoria che serbiamo di essa e ciò che di impensato ancora si profila lungo quell'orizzonte verticale e frammentato che segnala il limite oltre quale non ci è concesso spingere lo sguardo e al tempo stesso vale come una meta da raggiungere per scorgere ciò che ancora non riusciamo a intuire. 
 In questo quadro fenomenologia ed estetica improvvisamente esplicitano i loro segreti ma tenaci rapporti, palesano una marcata traccia di gemellarità che le rende l'una ancillare all'altra, in un sistema incrociato di interscambi e apporti reciproci i quali sfumano i rispettivi ambiti di pertinenza facendo del pensiero l'illimitato movimento di una ricerca, la quale, pur percorrendo soltanto i margini dei vari ambiti di indagine, riesce sempre a penetrare nella sottile meccanica dei linguaggi specifici che suddividono il sapere in una regione densamente frazionata. Da questo preciso frazionamento La Biblioteca di Morel parte tracciando il proprio reticolo teorico di interrogazione e perlustrazione delle zone di frontiera, delle identità molteplici e trasversali che una stessa domanda può esibire, mai esaurendosi in una risposta, in un approccio, in una impostazione seccamente monologica, ma piuttosto sempre ricevendo nuove sfumature di originalità e profondità proprio dal confronto serrato con quanto trascende e contesta le ferree partizioni disciplinari.
 La Biblioteca di Morel nasce all'altezza di un pensiero che tanto più si rafforza quanto più mette in discussione ciò che vorrebbe fondarlo con caratteri di definitività e assolutezza; essa dunque riconosce i propri tratti salienti in una identità di frontiera fertilmente sfaccettata e instabile, tra territori di remota prossimità, di complice divergenza, di collimazione discorde. Rappresentando pertanto quella invisibile latitudine sorta all'incrocio di distanze senza rapporto seppur sottilmente congruenti, la nostra rivista si profila come l'antitesi esplicita di ogni principio di fusione e confusione tra i saperi, in quanto essa piuttosto li attraversa tutti svelandone i punti di catastrofe, rivelando i momenti elettivi in cui la filosofia diventa teoria della letteratura, la letteratura una branca della fenomenologia, e questa a sua volta un questionnement inesausto riguardante una nozione complessa e integrale di linguaggio ed immagine. Se quindi, come detto all'inizio, La Biblioteca di Morel è in primis un luogo, essa è lo spazio deputato a quella forma di ascension sur place che Merleau-Ponty riconosceva come aspetto essenziale non solo di ogni filosofia, ma anche e soprattutto di ogni fenomenologia che aspiri a raggiungere un livello apprezzabile di attendibilità e autenticità.

 La Biblioteca di Morel è quindicinale e si sviluppa secondo una strutturazione che potremmo definire tridimensionale: essa ha una parte dedicata ad articoli più o meno lunghi, che affrontano tematiche varie secondo punti di vista molteplici (cfr Ultimi articoli): questa parte viene aggiornata ogni quindici giorni con dei contributi inediti scritti dai redattori o da collaboratori della rivista. Vi sono poi le pagine dedicate a studi e saggi più articolati, per lo più sempre ad opera dei redattori. In questa sezione confluiscono contributi solitamente piuttosto corposi (ad esempio, la pagina sull'imagologia sartriana o la traduzione del problema della mereologia in Husserl). Infine a fianco degli articoli della prima parte è possibile trovare una serie di interventi che si biforcano in due tipologie: veloci analisi di una inquadratura o di una immagine - sezione intitolata L'immagine iconoclasta - oppure rapidi estratti di testi, saggi, contributi di vari autori riguardanti per lo più i rapporti tra letteratura e filosofia.

CODICE ISSN: 2384-9193

Per informazioni, segnalazioni o proposte di articoli scrivere a jmnoireaux@gmail.com.

AUTORI:
Giuseppe Crivella: dopo essersi occupato a lungo di fenomenologia francese e tedesca, ha iniziato ad occuparsi di filosofia dell'immagine, laureandosi con una tesi su Georges Didi-Huberman («Per inane soluta». Didi-Huberman e le eterotopie dell'immagine). Attualmente è PhD in filosofia teoretica presso l'Università degli Studi di Perugia, con un progetto di ricerca dedicato a Husserl, dal titolo Verso le matrici antepredicative della fenomenologia trascendentale. Collabora con varie riviste, scrivendo anche di letteratura; ha pubblicato articoli su Camus, Robbe-Grillet, Cortázar, Pessoa, Benn ed altri.

Maria Gaia Crivella: laureatasi a pieni voti in archeologia medievale con il Professor Mario Torelli in veste di corelatore discutendo una tesi su L'Abbazia di S. Maria Valdiponte e le sue pertinenze territoriali, si è poi specializzata in Storia dell'Arte Bizantina prendendo in esame gli aspetti salienti del monachesimo italo-greco in alcune zone dell'Italia meridionale. Per Bibliomorel è redattrice delle sezioni riguardanti la Letteratura del Novecento (italiana e straniera) e la Poesia. Inoltre è autrice di alcuni brevi interventi della serie L'immagine iconoclasta.